I doundoun

Origine: Mali Gruppo etnico: Kassonke, Kakalo, Maraka, Djokarame

I Doundoun sono tamburi di forma cilindrica appartenenti alla cultura dell' impero Malinké, a seconda delle etnie vengono chiamati Doundoun, DjunDjun o Dunun. I tamburi presi singolarmente hanno poi dei nomi specifici:

Dununbà (il più grande, il basso)
Sangban (il medio, il contralto)
Kenkenì (il più piccolo, il soprano)
Ogni tamburo ha poi la sua campana abbinata.

Il set di tamburi doundoun è generalmente composto da tre tamburi:

Il più piccolo, chiamato Kenkenì (o Kinkéni o Kinkin o Kinserini) che ha un suono acuto ed un diametro di circa 30 cm, il medio che si chiama Sangban (o Sanban o sangbani) che ha un suono medio, ma comunque più vicino al kenkenì che al dununbà, ed ha un diametro di circa 35 cm, infine il più grande che si chiama Dununbà (o Dundun, Dumdum o Dounoumbà) che produce un suono basso e corposo, il quale ha un diametro di circa 40 cm.

I Doundoun sono di forma cilindrica, montano pelle bovina su entrambe le estremità, ed il sistema utilizzato per il montaggio e il tiraggio è uguale a quello del djembe. Esiste anche un altro sistema di montaggio più naturale che non prevede l'utilizzo dei cerchi di ferro, il quale tuttavia è ormai desueto e poco utilizzato. Essendo la pelle di bovino più spessa di quella di capra è consigliabile tirare ed accordare i tamburi quando la pelle è ancora umida. Il legno può essere di tutte le essenze già citate per il djembè. Per quanto riguarda i criteri di scelta per l'acquisto di un set di doundoun, sia per quanto riguarda la loro condizione e le loro caratteristiche sonore, valgono gli stessi consigli già dati per il djembè.

Come si suonano

Strumenti essenziali della musica Mandingo, i doundoun hanno un ruolo ritmico e melodico di base. Di solito accompagnano il djembe solista, ma spesso arricchiscono con i loro poliritmi le singole parti di djembe. I colpi su questi tamburi sono essenzialmente due, uno aperto e uno pressato. Per suonarlo vengono utilizzate delle mazze che possono avere spessori e forme diverse. A seconda delle etnie questi tamburi vengono suonati in maniera diversa.

In Guinea, per esempio, ogni tamburo viene suonato con la sua campana da un singolo musicista in piedi davanti al proprio strumento posizionato in orizzontale, il quale viene mantenuto sollevato da terra tramite un supporto artigianale tipicamente in legno. In questo modo entrambe le pelli sono esposte all'aria e sono libere di vibrare, creando così una forte risonanza ed una timbrica ricca di armoniche.
Vengono utilizzate due bacchette di misura diversa, una più grande per la pelle del tamburo l'altra più piccola, metallica, per la campana che è fissata sul fianco del tamburo stesso.
I colpi ben sincronizzati tra i tre musicisti creano una melodia armonica decisamente suggestiva ed avvincente, la quale viene poi arricchita anche dai colpi di campana (sincronizzati anch'essi) creando così una vera e propria base portante per i ballerini e i suonatori di djembe.
Le basi ritmiche di provenienza guineiana non sono molto ricche di colpi nella parte del tamburo, prediligendo invece i colpi di campana che riempiono e trasportano il ritmo con il loro andamento metallico ed il loro suono squillante. E' la campana, o meglio l'incastro delle tre campane, ciascuna insieme al suo tamburo, a portare l'andamento del ritmo.

In Senegal invece tutti i doundoun vengono suonati contemporaneamente da un solo musicista, il quale è posizionato seduto davanti ai suoi tamburi poggiati in terra in posizione verticale. In questo caso le bacchette utilizzate sono uguali, entrambe in legno e di elevato spessore. Le campane invece vengono del tutto eliminate o al limite ridotte ad una sola, suonata all'occorrenza da un altro musicista.
Le ritmiche senegalesi sono molto veloci, ricche di rullate e variazioni, il portamento dei tamburi è frenetico e ricco di colpi ravvicinati con rapidi rimbalzi e passaggi da un tamburo all'altro. La posizione verticale del tamburo (con una delle due pelli a contatto col suolo) irrigidisce la pelle stessa e favorisce un rapido ritorno della bacchetta, facilitando così il passaggio al tamburo successivo.
E' uso tipico del Senegal, specialmente nella zona subsahariana, suonare più di tre tamburi per volta, arrivando a suonare anche quattro o cinque tamburi contemporaneamente, i quali differiscono leggermente tra loro per tonalità (es: due Sangban e due Kenkenì) creando così delle vere e proprie melodie ritmiche dal suono molto suggestivo, molto spesso di libera interpretazione del musicista, pur mantenendo la base ritmica di ciò che si sta in quel momento eseguendo.